La Strategia di Sviluppo Locale del GAL Maiella Verde è incardinata sull’approccio collettivo e collaborativo basato su progetti di cooperazione fra attori riuniti in una formula definita “COMUNITÀ DI PROGETTO”.
La Comunità di Progetto Medio Vastese ha l’obiettivo di creare un sistema unico di fruizione, gestione, promozione e accoglienza turistica dei territori del Medio Vastese.
La Comunità si propone di raggiungere questo risultato mettendo a sistema tutti gli attrattori (naturalistici, culturali, enogastronomici, tradizionali) presenti sul territorio, sia da un punto di vista logistico che promozionale, attraverso il coinvolgimento delle realtà locali e di tutti i portatori d’interesse coerenti con le finalità del progetto.
Abbiamo intervistato Alessio Massari, uno dei promotori e referente della comunità, per conoscere meglio il progetto Medio Vastese.

Conosciamo Alessio Massari, referente e coordinatore del progetto.
Guida ambientale escursionistica, vicepresidente dell’Associazione Itinerari d’Abruzzo e docente presso un ente di formazione, si occupa, per lavoro e per passione, di sviluppo territoriale.
Dopo gli studi a Bologna e una laurea in Scienze Naturali, rientra in Abruzzo e consegue la magistrale in Scienze Ambientali all’Aquila e poi un master sullo sviluppo dei territori a vocazione naturale presso l’Università di Teramo. È stato il direttore del Giardino Botanico di San Salvo e membro di un gruppo di lavoro sulle riserve naturali.
Negli ultimi anni ha preso parte a diversi progetti sull’escursionismo e i cammini, tra questi Valle del Treste e il Cammino di San Tommaso.
Come e perché nasce il progetto?
L’idea nasce con Emanuele Berardi (Assessore del Comune di Tufillo) e prende spunto da un altro progetto, quello della Valle del Treste, 46 chilometri di sentieri immersi nella natura. Confrontandoci è venuta fuori l’esigenza di mettere insieme più realtà e Comuni del Medio Vastese per implementare un’azione comune, un progetto di sviluppo territoriale collettivo ovvero un unico sistema di gestione per valorizzare l’area d’interesse e puntare su un turismo esperienziale -“itinerante” attraverso la mobilità lenta dei cammini, con sentieri e percorsi ciclabili.
Qual è il territorio di riferimento e quali sono le sue attrattive?
Quello del Medio Vastese, un’area collinare e montana attraversata dai fiumi Trigno, Treste e Sinello, contraddistinta da un elevato appeal naturalistico con quattro siti di interesse comunitario e 13 borghi. Un territorio che vanta attrattive diffuse che vanno dalla piccola chiesa rurale al castello, dal museo ai sentieri, dall’enogastronomia al folklore.
Attrattive che prese singolarmente potrebbero sembrare poco appetibili, mentre insieme possono generare un valore significativo per il territorio e contribuire alla creazione di un’offerta turistica di natura itinerante.
Quali sono gli obiettivi del progetto?
Il primo obiettivo è creare consapevolezza delle nostre attrattive a livello locale.
Quindi “educare” e sensibilizzare chi vive sul territorio. Possiamo farlo attraverso la creazione di una brochure o una piccola guida che finisca sotto gli occhi del cittadino, che illustri quello che stiamo facendo, che coinvolga e renda partecipe la collettività e inneschi, insieme ad altre azioni, una sorta di “consapevolezza territoriale”.
Tra gli altri obiettivi anche l’implementazione di un’accoglienza diffusa e integrata in quelle che sono le aree d’interesse cercando di “direzionare” le persone verso alcuni punti strategici e non a caso sul territorio. Quindi è necessario individuare un’unica regia, un gruppo che gestisca la progettazione di questo sistema e dia indicazioni alla politica locale.
Qual è il turismo di riferimento?
Un turismo esperienziale, lento e sostenibile. Nel nostro target ci sono gli stranieri che solitamente amano acquistare vecchi ruderi e ristrutturarli in aree periferiche e rurali, il turista settentrionale che vive nelle grandi città, che vuole staccare dalla routine ed è alla ricerca di ritmi più lenti e di un contatto privilegiato con la natura, e infine il terzo target è rappresentato dagli amanti dell’outdoor e dell’escursionismo in quanto sul territorio c’è un’urbanizzazione molto bassa con aree SIC e sentieri che si prestano al trekking e alla mountain bike.
Chi arriverà potrà fruire anche delle esperienze connesse alla vacanza attiva, esperienze che andremo a “costruire” lungo l’itinerario.
Quali sfide?
La più grande è sicuramente quella di implementare un unico sistema di gestione che aggreghi più attori e portatori d’interesse sul territorio, con un’unica regia che coordini il progetto.§
È necessario creare consapevolezza tra i diversi attori, sensibilizzare, ma anche “educare” a un’accoglienza turistica ed esperienziale.
Come vi siete organizzati? Chi aderisce alla Comunità di Progetto?
Al momento abbiamo coinvolto 13 comuni del Medio Vastese (Cupello ,Lentella, Furci, Fresagrandinaria, Dogliola, Tufillo, Palmoli, San Buono, Liscia, Gissi, Guilmi, Carpineto Sinello e Casalanguida), associazioni come quella di Itinerari d’Abruzzo e il Centro Studi Alto Vastese ed è prevista l’adesione di altri portatori d’interesse come attività ricettive, associazioni pro loco dei singoli comuni, realtà che potrebbero fornire attività esperienziali per i turisti.
Operativamente? Quali azioni concrete state implementando?
Stiamo lavorando sul coinvolgimento dei portatori d’interesse presenti sul territorio, implementando una strategia e cercando una sede fisica per il Centro Studi così da creare un punto di raccolta, che sia un centro di sperimentazione turistica oltre che di documentazione naturalistica e culturale.
Subito dopo questa prima fase cominceremo ad occuparci dell’aspetto escursionistico e a verificare lo stato dei sentieri che sono già esistenti, ma devono essere potenziati nella prospettiva di un’unica rete sentieristica.
Da questa ne verrà fuori una mappa del territorio con una mini guida alle esperienze e alle attrattive locali. Quindi partendo dagli itinerari andremo a sviluppare il resto e a realizzare un sistema di punti di informazione e accoglienza turistica, ad implementare le esperienze fruibili e così via.
Quali risultati volete raggiungere da qui a un anno? E come si potranno “visualizzare” concretamente sul territorio?
Rendere fruibili i sentieri quindi avere un’infrastruttura completa con segnaletica, pannelli informativi, mappa e tracce Gps, eventuali aree di sosta, parcheggi, fontane.
La speranza è che tra un anno ci sia un coordinamento turistico del Medio Vastese e una maggiore consapevolezza del territorio e delle sue attrattive anche per i suoi residenti.
Riguardo le presenze avremo sicuramente un turismo circostanziale, di prossimità, anche a causa del Covid-19. Si tratta di un territorio che attualmente non è comunque in grado di gestire “la massa”, in quanto non pronto. Tuttavia mi aspetto che con una maggiore consapevolezza territoriale, l’implementazione di un’unica strategia di sistema, la partecipazione a fiere di settore, la collaborazione con agenzie e tour operator e soprattutto attraverso la comunicazione digitale, da qui a 5 anni il sistema sia ben collaudato e si possa cominciare a parlare di presenze significative sul territorio e di turismo nel Medio Vastese.
L’articolo Medio Vastese, quali sfide? Intervista ad Alessio Massari è tratto dal sito della Comunità di Progetto Medio Vastese.
[Crediti | Foto di Medio Vastese]